Sapete cos’è il cicloturismo? Ultima tendenza per scoprire  nuovi posti in bicicletta, soffermarsi ad osservare il paesaggio, scoprire botteghe e luoghi di produzione di prodotti tipici, degustarli sul posto, scambiare due chiacchiere con i produttori e con i colleghi del viaggio. Un vero e proprio viaggio a cuor leggero all’aria aperta, su due ruote, con lentezza…. con tante soste e momenti di allegria.

Il nostro corrispondente cicloturista Davide Pagani, vi spiegherà la differenza fra ciclista e cicloturista. Davide organizza percorsi cicloturistici a Parma e Dintorni, articolati in percorsi, date e  tappe ben definite. I prezzi sono molto contenuti e vale davvero la pena vivere questa esperienza.

Ora diamo la parola a Davide Pagani

Da quando venne istituito il Giro d’Italia nel 1909, il ciclismo è entrato nelle case degli italiani, grazie anche agli immensi campioni che hanno fatto conoscere al mondo intero la grinta e la forza dei ciclisti italiani. Ancora oggi esiste un ampio e vivace movimento sportivo che scende in strada quando arriva il “gruppo” che combatte per aggiudicarsi la maglia rosa. Negli ultimi anni, due isolani (Vincenzo Nibali e Fabio Aru) hanno dato un grossa mano emozionando con i loro scatti e le loro vittorie. Questo però ha creato un pò di confusione etimologica: in Italia non esiste alcuna distizione tra cicloturista o ciclista. Chiunque inforca una bicicletta è un ciclista. Ma che differenza ci possono essere tra persone che utilizzano lo stesso mezzo di trasporto? Il ciclismo è una vera e propria attività sportiva e come tale serve “a sviluppare le capacità fisiche e insieme psichiche, e il complesso degli esercizi e delle manifestazioni, soprattutto agonistiche, in cui tale attività si realizza.” (dizionario Treccani).

Il cicloturismo non è un’attività sportiva ma è un modo diverso di concepire il viaggio, attraverso l’utilizzo di un mezzo di trasporto che permette di scoprire le bellezze del territorio, soffermandosi sui particolari che lo contraddistinguono.

I cicloturisti sono quasi sempre accomunati da una spiccata sensibilità ambientale, da una grande passione per la bicicletta come mezzo di trasporto e come stile di vita, da una vivace curiosità per i luoghi sconosciuti al grande pubblico e da una grande adattabilità alle situazioni impreviste.

Per un cicloturista non è importante arrivare in un luogo, ma godere del piacere del viaggio. Non è rilevante la performance atletica, quanto il relax e il benessere derivanti dalla lontanza dal traffico. Questa distinzione in Italia non esiste come è invece nel resto d’Europa, sia per il motivo sopra citato ma soprattutto perchè non c’è la volonta politica a livello nazionale di puntare sul cicloturismo come forma di turismo ecosostenibile che potrebbe richiamare migliaia di turisti da
tutto il mondo: si costruiscono poche piste ciclabili e quelle che ci sono non sono collegate tra di loro, le condizione del manto stradale è in pessimo stato e i servizi per i cicloturisti scarseggiano.

Ovviamente non ci si deve fermare a queste due diverse etichette e fare una lotta tra clan. È fondamentale che i due movimenti collaborino per promuovere e diffondere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto ecologico o per l’attività sportiva.

Per questo ritengo esemplare e azzeccata la scelta degli organizzatori del Giro d’Italia, nella passata edizione, di far passare per la prima volta una tappa lungo una delle più belle piste ciclabili d’Italia in Liguria: la “Riviera dei Fiori” costruita lungo il percorso dismesso della ferrovia costiera.

Una scelta che può soltanto essere una bellissima pubblicità del nostro territorio al mondo intero.