A Parma in una nota via del Centro c’è un Ponte di Pietra, testimone di un’antica civiltà romana…

Sedetevi perchè Giulio Bigliardi vi svelerà tutto sulla controversa vicenda del Ponte di Pietra. Il ritrovamento archeologico di grande rilevanza archeologia e culturale, si trova in via Mazzini. Ecco a voi due note per conoscere la città tramite l’archeologia 3D!

Il Ponte di Pietra di Via Mazzini….

Il prossimo anno, nel 2017, festeggeremo i 2200 anni della fondazione della colonia romana di Parma. Parma è una delle più antiche città emiliane, fondata dai romani nel 183 a.C. solo pochi anni dopo la costruzione della Via Aemilia.

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La città nel corso degli anni ha restituito rinvenimenti archeologici di grande valore, basti pensare ai recenti rinvenimenti di Piazza Ghiaia che sono stati oggetto pochi anni fa di una bellisima mostra: statue in marmo, oggetti votivi anche in oro e elementi architettonici probabilmente pertinenti a un tempio dedicato al culto delle acque.

Molti dei ritrovamenti sono oggi visibili nelle sale del Museo Archeologico Nazionale della Pilotta, molti altri sono conservati nei suoi magazzini.

Purtroppo, girando per le vie della città, è difficile trovare tracce di questa storia millenaria, perché quasi mai si è investito, come invece è stato fatto in molte altre città, nella musealizzazione di quanto rinvenuto.

L’unica traccia visibile di questo importante passato è il Ponte di Pietra, musealizzato nel sottopasso di Via Mazzini che collega Piazza Ghiaia e Borgo Romagnosi. Il ponte, in realtà non più visibile da alcuni anni, è ora oggetto di un importante progetto di restauro presentato pochi giorni fa (http://www.parmaquotidiano.info/2016/01/16/41244/), che punta a renderlo nuovamente fruibile.

Con così poche tracce è molto difficile comprendere e immaginare i cambiamenti del tessuto cittadino avvenuti in questo lunghisso arco di tempo. Ad esempio, spesso ci sorprendiamo quando pensiamo che la città romana era mediamente più bassa di 4 o 5 metri rispetto alle strade attuali.

Il forum romano, cioè l’antica piazza e cuore della città romana, si trovava in corrispondenza di Piazza Garibaldi, ma a una profondità di quasi 5 metri. Non ce ne accorgiamo, ma il territorio cambia in continuazione, spesso con tempi molto lunghi, altre volte all’improvviso.

E’ il caso del corso della Parma. Fino all’inizio del XII secolo il torrente scorreva più a est, fin quasi a Via Carducci e Via Oberdan. Ciò signifca che in età romana e medievale le zone in prossimità di Via Toscanini, Borgo Piccinini, Via Paggeria e il Palazzo della Pilotta erano occupate dalle acque del torrente. Quella che è oggi la riva destra della Parma, cioè Viale Mariotti, all’epoca era in realtà la riva sinistra e da lì si sviluppava verso ovest l’oltretorrente.

Il passaggio del torrente al corso attuale non fu un processo lento e costante, ma uno spostamento improvviso a seguito di una violenta rotta che avvenne nel 1177 o nel 1180.

Tracce dell’antico corso della Parma sono state ritrovate durante i recenti scavi di Piazza Ghiaia: gli archeologi hanno rinvenuto numerosi pali lignei che testimoniano la presenza di un ponte di legno, molto probabilmente più antico del Ponte di Pietra e situato poche decine di metri più a nord di quest’ultimo.

Non è ancora noto con esattezza quando il Ponte di Pietra venne costruito per sostituire il ponte di legno. Il Ponte di Pietra è generalmente noto come “ponte romano”, anche se, in realtà, non esiste alcuna traccia storica o archeologica di una sua costruzione in quel periodo. L’unico dato certo è che venne costruito prima della rotta del 1177 o 1180, cioè quando la Parma scorreva ancora più a est. Questo è certo perché le arcate del Ponte non sono solamente le due visibili nel sottopasso, ma altre otto sono conservate sotto Via Mazzini.

La vicenda controversa del Ponte dopo il primo ritrovamento

Le prime tracce del Ponte vennero scoperte già nel 1858, durante lavori di demolizione di un edificio posto all’incrocio tra Via Carducci e Via Mazzini. Nel corso del secolo successivo, negli Anni Cinquanta e negli Anni Sessanta, nel corso di lavori edili vennero messe in luce tutte le arcate che, partendo dal sottopasso, proseguono fino all’altezza di Via Carducci. Le arcate hanno un’ampiezza compresa tra i 9 e gli 11 metri ciascuna e sono realizzate con grossi blocchi di pietra.

Nel corso dei lavori le strutture vennero documentate e poi reinterrate; solamente le ultime due arcate rimasero visibili, quelle del sottopasso. Come detto, la data di costruzione è tutt’ora incerta: chi sostiene venne costruito da Augusto, chi da Teodorico; tuttavia non esistono informazioni sicure al riguardo.

Dopo la rotta dell’inizio del XII secolo, quando la Parma si spostò più a ovest, l’area in precedenza occupata dalle acque divenne area di mercato, da cui, appunto, il nome “Ghiaia” per la presenza delle pietre trascinate a valle dalle acque. E’ bello vedere come questa piazza sia ancora area di mercato, così come lo era quasi mille anni fa. Speriamo che il progetto di restauro che partirà a breve possa valorizzarla come merita e più di quanto sia stato fatto negli anni passati.