Due volti del November Porc: le nostre pillole di storytelling che vi accompagnano alla scoperta del territorio di Parma e provincia. I nostri due inviati speciali, Davide e Beppe si sono recati la domenica a Sissa e sabato a Polesine. Leggete cosa scrive il nostro inviato Beppe Restano sulla sua visita in occasione del November Porc e prendete nota. Nell’articolo note gastronomiche e riflessioni che vi accompagneranno alla scoperta del territorio.

Prima e seconda fermata del November Porc. Possono due tappe consecutive della stessa fiera risultare in due esperienze diverse? No, non è possibile!

Un confronto equo andrebbe svolto a parità di giornata – domenica con domenica – ma non abbiamo intento di eleggere la tappa più piacevole. Anzi, la grande diversità delle due esperienze ha giovato alla varietà della manifestazione. Vive la différence.

  • La domenica di Sissa era una radiosa giornata di metà marzo, non inizio novembre. Si stava in maniche di camicia.
    Il risultato è stata un esodo biblico verso Sissa. 
    Gente di Bergamo aveva fatto poca strada: c’erano camper da Austria e Germania. Più successo di così, per un organizzatore, è impensabile.
    Per me, affezionato returning customer di tanti anni, l’effetto era un pò straniante. Macchine parcheggiate quasi a Trecasali(!), fiumi letterali di persone: la proverbiale mezza Parma, in aggiunta al numero inaudito di turisti.
    Enorme tutto. Dal numero di stand, alla fila per mangiare nell’area pranzo.
    In una sentenza: giornata amabile, da trascorrere tra il bere e il mangiare senza guardare l’orologio, rimanendo fino a sera con la compagnia del caso.

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  • Il sabato a Polesine era una giornata di bruma, idealtipica del concetto di novembre e della nozione di Bassa parmense.

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Non una giornata particolarmente fredda. A suo modo, era il meteo perfetto per l’effetto scenico di Polesine – nell’opinione congiunta dei miei due amici sul campo (lei di Busseto, lui di Viarolo, quindi titolati al giudizio sulla Bassa).
Le presenze rade. Dopo anni in cui lasciavo la macchina nelle cave in fondo al paese, quest’anno ho parcheggiato a 20 metri dalla salita dell’argine che porta alla Corte Pallavicina. Era la mia prima volta a Polesine del November Porc nel giorno di sabato, piuttosto che domenica.

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Il tono più contenuto non mi è affatto dispiaciuto.Ritengo, anzi, che il carico modesto dei visitatori del sabato abbia fatto guadagnare l’aspetto contemplativo della magnifica camminata, che porta dalla chiesina giù dall’argine fino a quasi le cave – prima e dopo la zona dei banchetti.

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Nota:

Da aggiornamenti di amici che sono tornati a Polesine la domenica, essere andato il sabato si è rivelata una fortuna.
La calca di turisti si è riproposta, non minore della giornata a Sissa. Con la differenza che gli spazi fisici di Polesine sono ben diversi, molto più ristretti. È di sicuro un successo per gli organizzatori e per gli stand; atra cosa è il piacere della vista. Gli amici a cui ho chiesto, della giornata mi hanno risposto senza mezze parole “invivibile”. Non so mettermi nei panni degli organizzatori, l’associazione Strada del Culatello di Zibello. Un record di visite è un piacevole problema da avere. Forse, quando il bagno di presenze è tale da complicare la permanenza dei visitatori stessi, è tempo di fare qualche modifica alla formula.

Allargare la zona espositiva nelle varie tappe? Aggiungere un weekend, magari a Soragna o Busseto?
Spero siano raccolti i feedback dei visitatori, in qualche modo – e di trovare delle novità il prossimo anno.

Di seguito, i miei pareri gastronomici e dintorni:

 

Premio streetfood nostrano:
panzerotto monoporzione con lumaca in umido,
dell’azienda Parizzi Elicoltura di San Secondo.

Piacciano o non piacciano le lumache, è stata una sorpresa molto gradita, da parte di un’azienda giovane e unica nel suo genere nella nostra provincia.

Premio panino tipico:
con mariola, di Campanini (Roncole), versione di Polesine.

Specifico la versione, perché lo stesso panino ordinato a Sissa era decisamente inferiore. È la legge del mercato: più alta la domanda, più bassa la disponibilità, con effetto a cascata sulla qualità. A Polesine cotto molto meglio e con molta più sostanza tra il pane (da 2 a 3 fette cambia un pò, eh).

Premio bevanda migliore:
Vin brulè da carrello degli alpini, argine maestro Polesine. Il miglior vin brulè mai bevuto al November Porc. Sono tornato sui miei passi apposta per dirlo ai signori. Non è un conseguimento banale: è una classicone della manifestazione, servito qua e là lungo la zona degli stand. Dire il migliore mai bevuto significa, a mio palato, spiccare tra molte versioni assaggiate in tanti anni. Chapeau, signori alpini.

Segnalazione vino:
Bianco secco, edizione Ristorante Guareschi, Cantine Bergamaschi Sanboseto. Già provato al ristorante, sposo ideale dei ciccioli. Segnalazione non dettata dall’aver ricevuto il bicchiere in gentile omaggio, tengo a specificare.

Nota di demerito:
Anolini da passeggio. Non diciamo dove, per non infierire. La mia amica di Busseto li ha fatti volare nel bidone del rudo al primo assaggio.

A cura di Beppe Restano