Cicloturismo a Parma? ParmaMorethanFood propone Archeo-Bikearcheologia a portata di bicicletta. ArcheoBike è un itinerario cicloturistico che unisce archeologia e una salutare pedalata in bicicletta a Parma. Questa è la nostra idea per offrire agli abitanti di Parma ed ai turisti la possibilità di scoprire i lati nascosti della città ducale.

ParmaMoreThanFood organizza l’escursione cicloturistica Archeo-Bike: l’archeologia a portata di bicicletta a Parma.

Tappa 5 | Canale Naviglio – Csac: le “Autostrade del passato”

L’Abbazia di Valserena o di San Martino de’ Bocci, nota comunemente come Certosa di Paradigna, è un’ex abbazia cistercense. Situata alla periferia nord di Parma, sorge sulla strada che già in epoca romana collegava la città al Po, in direzione di Colorno.

L’abbazia fu fondata per volere del cardinale parmense Gerardo Bianchi e la fabbricazione fu autorizzata da papa Bonifacio VIII, con bolla del 15 aprile 1298, nell’ambito della preesistente pieve di San Martino. L’edificazione fu avviata da maestranze di Chiaravalle nel mese successivo, come riportava una scritta all’ingresso “anno MCCLXXXXVIII die XV maii hoc monasterium inceptum fuit”. Il fondatore le assegnò il nome di “Valserena” forse come auspicio di pace, poiché in quel periodo lo slancio religioso produceva sovente eccessi e conseguenti ferme repressioni.

La chiesa fu ultimata verso il 1385 e nel corso dei secoli l’abbazia si ampliò notevolmente, fino ad ospitare al momento della sua soppressione, in epoca napoleonica, ben 500 monaci. La chiesa conserva l’impianto originario a croce latina a tre navate e ha dimensioni importanti: 62 x 34 m.

A Valserena si riscontrano molti dei caratteri tipici dell’architettura cistercense, come l’esterno con la muratura a vista, l’abside quadrata, il tiburio poligonale posto all’incrocio tra navata e transetto.

Restaurata a cura dell’Università di Parma dal 1986 con i fondi FIO, ospita dal 2002 le collezioni dello CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’ateneo parmense, fondato da Arturo Carlo Quintavalle. Si tratta di un archivio che conserva milioni di opere e documenti originali della comunicazione visiva e della ricerca progettuale e artistica italiana.

Nel 2015 l’archivio è diventato anche un museo, aprendo alla città un nuovo percorso espositivo suddiviso nelle 5 aree: Arte, Fotografia, Media, Progetto e Spettacolo.

Tutte le Tappe